CHE PARTANO LE RUSPE!!! Firmato accordo tra Jacopo Fo e Banca Etica

Sabato 12 marzo si è svolto ad Alcatraz l'incontro tra tutti i partner del progetto Ecovillaggio Solare. Nella foto il momento della storica firma dell'accordo tra i primi promotori: Jacopo e Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica.

Un piccolo passo per l'uomo, un grande passo per la realizzazione di un modo più umano di abitare...

E ora partano le ruspe!!!



L’Ecovillaggio Solare amplia le opportunita'.
Diventare bravi a comunicare per trarne vantaggio
A proposito del darsi o non darsi regole condominiali.

Scritto da Jacopo Fo
www.ecovillaggiosolare.it


Credo che si debba creare una situazione che apra alle possibilita', che sia strutturalmente rivolta verso la cooperazione, senza renderla obbligatoria.
Quindi non fisserei la necessita' di assemblee, spese collettive, gestione collettiva di bambini o altri servizi.
Andro' oltre: credo che il meccanismo assembleare sia intimamente perverso perche' porta all'emergere di pessimi impulsi verso il leaderismo, la scontro di potere, la zizzania e la scissione.
Da 30 anni vivo a Alcatraz e ho sperimentato con grande piacere la spontaneita' dello stabilirsi di nuovi codici.
Le persone tendono naturalmente verso la collaborazione. Regolamentare e' per me un errore.
Quello che vedo funziona e' il continuo lavorio delle relazioni a due.
Il gruppo e' l'insieme di queste relazioni tra due individui alla volta.
E' un percorso eccellente per prendere qualunque tipo di decisione.
Ad Alcatraz esiste un gruppo di una quindicina di persone che lavorano assieme, portano a scuola i figli, comprano la legna, lanciano progetti, organizzano feste eccetera senza bisogno di creare spazi e tempi vincolati per la discussione e senza bisogno di fissare turni, regole od obblighi.
Ugualmente non credo si possa progettare di fare la spesa assieme a priori.
Quando le persone inizieranno a vivere in un posto dove per lavare i panni hai una lavanderia collettiva e se devi organizzare la festa di compleanno di tuo figlio c'e' una sala a disposizione di tutti, dovrebbe venire spontaneo organizzare l'acquisto collettivo di pasta.
Cosi' come potrebbe venir voglia di creare un mercato interno di scambio: biscotti contro salsa di pomodoro.
Ma regolamentare questo e' un casino pazzesco ed e' noioso in modo infernale. Noi, ad esempio, continuiamo a scambiare beni al nostro interno senza tenere nessuna contabilita'. Semplicemente chi non risponde alla generosita' con la generosita' e' tagliato fuori.
Anche qui tutto avviene da se' attraverso il meccanismo delle relazioni a due.
Insomma non vorrei che chi sceglie di comprare una casa all'interno dell'ecovillaggio si debba poi sentire obbligato a una serie di scelte.
Facendo cosi' oltretutto rischiamo di radunare una banda di noiosissimi burocrati della convivenza. O di illusi che pretendono di decidere di creare una societa' comunista subito, senza fare i conti con i limiti e i problemi di ognuno. Si fa presto a cadere nella comune religiosa ideologica. Una cosa terribile che provoca solo rancori e dolori.
L'Ecovillaggio solare non e' una comune o una comunita'. E' un VILLAGGIO.
Con le sue forme necessarie di democrazia decisionale.
Ma una volta deciso che ci sono una lista di lavori da fare, salvo casi eccezionali, quei lavori si fanno tutti gli anni senza bisogno di nessuna assemblea.
Da questo punto di vista strettamente decisionale io poi non deciderei che ci sono tot ore di lavoro, ad esempio per la manutenzione, e che ognuno e' tenuto a contribuire con tot di ore del suo lavoro.
Questo e' un sistema che crea obblighi, discussioni sulla qualita' del lavoro svolto per la collettivita' eccetera. NO BUONO!
 Io agirei esattamente al contrario: ci sono dei lavori da fare, si decide di farli, si cercano dei preventivi. Poi se qualcuno all'interno dell'ecovillaggio vuole farli se ne assume la responsabilita' come se fosse una ditta esterna. Questa modalita' semplifica enormemente i problemi.
E chi si occupa di chiedere i preventivi e sovraintendere i lavori per conto dell'ecovillaggio? Una sorta di amministratore di condominio, pagato come un amministratore di condominio, che puo' essere anche un elemento esterno all'ecovillaggio.
Io credo che il meccanismo di monetizzare i lavori da fare sia un modo per togliere problemi, discussioni, polemiche.
Se il lavoro dell'amministratore dell'ecovillaggio non va bene, si cambia amministratore.
E' semplice proprio perche' e' un lavoro pagato a fattura.
Se invece l'amministratore di condominio e' un lavoro volontario, chi lavora si sente che gli altri devono essere grati. E gli altri sono in difficolta' perche' non si puo' chiedere troppo a chi lavora su base volontaria non retribuita.
Diventa un verminaio. Una fabbrica di recriminazioni e rancori. E si perdono ore in chiacchiere inutili.
Nella vita il tempo e' la cosa piu' preziosa!!!
Attenzione, pero' all'interno dei membri dell'ecovillaggio i soldi possono non essere euro ma assegni della banca del tempo interna. Ma ci deve essere un chiaro corrispettivo tra lavoro e retribuzione.
Credo che piu' si semplifica il funzionamento di una collettivita' piu' le cose funzionano.
Le regole devono essere poche e veramente essenziali: non puoi svegliarmi la notte con la musica a tutto volume o perche' ti tira di suonare i bonghi su un albero, non puoi buttare l'immondizia sui prati e non puoi scassarmi i santissimi in qualche altro modo.
Le regole servono per i divieti essenziali.
E devono essere pochissime se vogliamo siano condivise e rispettate.
Poi ci sono gli auspici, il sogno. Che va coltivato con la pratica, non con le assemblee.
Insomma sono dell'idea di mirare basso, cercare di realizzare in modo solido obiettivi realmente raggiungibili.
Oggi non esiste un posto dove duecento persone possano vivere in modo ecologico, in mezzo alla natura, condividendo alcune strutture essenziali di servizio e di autoproduzione energetica, invece di possederle in modo individuale, senza aderire a una setta religiosa.
Non esiste un condominio che invece di richiedere spese costanti per il suo mantenimento e per i costi energetici produca, se ben amministrato, ricchezza.
Non esiste un posto concepito anche architettonicamente, per facilitare la collaborazione e il contatto umano.
Inoltre, vogliamo che tutto questo abbia un prezzo ragionevole e condizioni di acquisto e possibilita' di collaborazione al progetto, che facilitino chi ha meno denaro.
Fermiamoci qui. Che gia' e' un obiettivo gigantesco.
Ovviamente anche questo discorso e' un auspicio non una regola. Una volta che gli abitanti dell'ecovillaggio ne avranno preso possesso potranno decidere qualsiasi cosa. Se tutti impazziscono e decidono di rendere obbligatorio l'uso della gonna per maschi e femmine e l'obbligo di vestirsi solo di verde pisello e di verde pistacchio sara' una loro decisione. Ma dovra' essere unanime. Perche' chi compra non sottoscrivera' nessun obbligo a sottostare a nessuna regola stabilita dalla maggioranza.
A meno che non siano regole essenziali. Ma quelle non stanno nell'atto di acquisto, stanno nelle leggi dello Stato.
Lo schiamazzo notturno e' un reato. Non ho bisogno di scriverlo nel mio regolamento interno. Lo scrivero' comunque perche' puo' essere tecnicamente utile ribadire alcune regole essenziali nel regolamento condominiale. Ma non si tratta di regole particolari ma di regole naturali. Ribadire l'ovvio, non e' regolamentare le scelte esistenziali. Sono due cose molto diverse.
Come si paga il mutuo? Che lavoro faro'?
Questo e' un argomento complesso.
Per parlare chiaro bisogna dire che dietro c'e' la questione della capacita' lavorativa dei singoli. Potremmo sognare e dire che saremo capaci di costruire occasioni di lavoro per tutti, che verranno da tutta l'Europa e dalla Papuasia a vedere com'e' bello l'ecovillaggio, che organizzeremo convegni, feste, realizzeremo libri e blog, venderemo mulini a vento e pannelli solari, produrremo erbe officinali e shampoo con fiori raccolti nella foresta.
Su attivita' lavorative possibili ho scritto un pezzo su http://www.jacopofo.com/?q=node/2343 AAA Progetto autoimpresa rivoluzionaria offresi.
Ma questi sono i sogni. Poi bisogna fare i conti con la realta', con la stanchezza, l'inesperienza, le ferite da curare...
In http://www.jacopofo.com/node/6418 ho cercato di dare un po' di informazioni sulle possibilita' reali di lavoro in agricoltura biologica.
Per il resto posso dire che molto dipendera' dalle persone stesse, dalle capacita' di lavoro e di relazione.
Quel che io posso fare sara' di dedicare a questo problema una parte degli incontri che faremo per condividere il progetto.
MA E' IMPORTANTE DIRE CHE L'ECOVILLAGGIO PUO’ RISOLVERE IL PROBLEMA DELL'ABITAZIONE. PUO' OFFRIRE ANCHE LA POSSIBILITA’ DI LAVORO, MA TROVARE LAVORO PER GLI ABITANTI DELL’ECOVILLAGGIO NON E' LO SCOPO CENTRALE DEL PROGETTO. PUO' DIVENTARE UN EFFETTO COLLATERALE SE (SE) UNA PERSONA E' CAPACE DI SVILUPPARE LE OPPORTUNITA' CHE L’ECOVILLAGGIO SOLARE OFFRE.
Gli ecovillaggi sono l'alternativa alle megalopoli
gli ecovillaggi offrono un modo di vivere a contatto con la natura
gli ecovillaggi aiutano le relazioni umane
gli ecovillaggi sono economicamente convenienti,
gli ecovillaggi sono puliti,
gli ecovillaggi sono piu' belli.
Jacopo Fo
Alcatraz 4 ottobre 2010

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